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 Oggetto del messaggio: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 9:43 
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Fin dal primo giorno con la split (burton S-series 2007-2008) ho notato che la lamina sciancrata (che sta a valle, se si sale con le mezze tavole invertite, come da manuale) ha pochissima tenuta, ed è uno dei fattori principali che costringe a montare i rampanti molto prima degli scialpinisti….sappiamo che ciò è dovuto anche ad altri fattori ma mi sono chiesto: “se una split è fatta per andare prevalentemente o esclusivamente fuoripista a che cacchio serve una sciancratura così accentuata? Tanto più su una tavola come la burton che è da powder pura…..”
Provando a salire con le mezze tavole dritte non cambia molto in quanto si ha lo stesso problema sulla mezza tavola a monte per cui uno dei due passi è comunque svantaggiato e si rischiano dei bei scivoloni, da non fare se si è su terreno esposto
Inoltre una sciancratura accentuata è uno svantaggio anche nei canali ripidi e stretti in quanto la parte centrale della lamina tende a essere scaricata o addirittura a perdere contatto con la superficie nevosa.
Io credo che dovrebbero fare split (perlomeno i modelli polivalenti) meno sciancrate
Cosa dite?

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 11:58 
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..secondo me c'è anche un altro prblm da nn sottovalutare, il camber.
Nella tavole da SB , quindi anche nelle split, il C è molto più accentuato che sugli sci, questo ci obbliga a "spingere molto" di più con i piedi specie nei traversi.
Questo "spingere molto" serve a portare la tavola "piatta" in modo che la lamina faccia presa e quindi anche un rampant prenderà dopo rispetto ad uno sci.
Per questo motivo siamo costretti a montare i rampantprima che con gli sci


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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 12:29 
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ma dici?
la voilè si ha parecchio ponte ma mi pare che il normale peso di una persona sia più che sufficiente ad appiattire la tavola
io invece credo che con poco camber la mezza tavola tenderebbe a piegarsi troppo nell'altro senso (come succede con la morbida burton) e quindi a tenere meno

vedi ad esempio su questa foto

Immagine

tant'è vero che gente come boletus ha provato la k2 sbananata e la voleva buttare via subito perchè non teneva un cavolo
va ben che lui è abituato ai travi


magari e una mia idea sballata...e conta molto di più il flex....

secondo me la minor tenuta rispetto agli sci è dovuta a:

larghezza della mezza tavola
sistema attacco-scarpone
sciancratura
flex
camber?

si può discutere di quanto ogni fattore conti

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 12:33 
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Iscritto il: 01/04/2009, 18:32
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molto molto interessante il topic... io non avendo molta esperienza in salita ho avuto qualche problema di tenuta anche con la lamina a monte non sciancrata e la cosa non mi è piacuta per nulla anche se non faccio robe "alpinistiche " perchè l'ipotesi di scivolare sul duro non è bella comunque...quindi non avendo molta tenuta anche sulla lamina non sciancrata ho pensato...(attenzione che quando penso ...ahahah) toh guarda mi si piega la caviglia verso valle quindi non carico la lamina..perchè? Perchè ho scarponi morbidi con strap pensate per dare mobilità alla caviglia etc etc.. in più sono svantaggiato perchè non riesco a caricare direttamente la lamina causa l'effetto zeppa della piastra che interfaccia la base dell'attacco con la tavola....quindi se anche con gli sci da freeride belli sciancrati si presenta il problema che hanno meno tenuta che i più tradizionali da skialp (più dritti) è anche vero che se mi si piega la caviglia, andando verso valle ,e non carichi bene...anche la lamina dirtta non tiene... Poi ho visto un video dove Jeremy Jones sale sul duro e la caviglia non cede quindi dovrei avere la musculatura di JJ (basta poco che ci vuole) più attacco senza interfaccia (lui usa gli spark) e scarpone bello rigido e più tecnica in salita... Per il discorso sciancratura in discesa forse la soluzione migliore sarebbe avere tavole con il magne traction che permettono di tenere senza rinunciare al raggio utile per girare sullo stretto e duro...vero che in neve fresca la sciancratura serve poco ma in altre condizioni serve ...chissà che muscoli, esperienza, attacchi spark scarponi duri (ma soft) e tavole con magne traction possanon risolvere se non aiutare di molto
scusate ma sono prolisso

ciao ne

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 12:45 
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Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
naturalmente anche la lamina dritta in certe situazioni tiene poco o niente, ma là non possiamo farci niente....e vuol dire che sei già parecchio nei casini...i rampanti dovevi montarli prima!

muscolatura: di certo una gamba forte aiuta ma secondo me fare 50 m tendando di far tenere a tutti i costi la lamina porta via troppe energie. conviene montare i rampanti

scarponi rigidi e spark: sono sicuramente un vantaggio....ma allora forse conviene passare allo scarpone da ski-alp (come detto questo lo devo verificare)

magne traction: sono ignorante totale su questo

la sciancratura serve: si, in pista, dove non vado praticamente mai

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 14:08 
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alcune considerazioni personali e assolutamente discutibili

larghezza della mezza tavola
la larghezza credo che vada a interferire solo su vecchie traccie da SA strette, ormai anche sci con 120/140 al centro sono comuni
Inoltre in caso di vecchie traccie conviene crearci la ns nuova

sciancratura
Purtroppo con le scaincrature avremmo sempre un prblm su una delle due 1/2 tavole.

sistema attacco-scarpone soft
Parlando di sistema attacco+ scarpone (SAS) + piastra (P), l' inconveniente è sicuramente dato dal SAS che è molto più "flessibile " e "morbido" rispetto ai sistemi SAS da SA.
Inoltre il ns fulcro sulla piastra è dato da un singolo perno che tende ad avere un po di flessione e movimento
Anche la larghezza d'appoggio del sistema SAS nn favorisce un adeguata distribuzione del carico/spinta sulla lamina nei traversi che in caso di pendenze sostenute tende a toccare sulla neve in quanto sporge dalla sagoma della tavola.
In questo caso dovremmo già avere i Rampant(R) inseriti ma l'appoggio dell sistema SAS sulla neve può ridurre l'effetto del R.

Solitamente si sale tenendo il SAS abbastanza lasco proprio per migliorare il movimento della caviglia e la comodità della camminata, ma in questa modalità sui traversi avremo la spaicevole sensazione di instabilità durante il caricamento della lamina, sia per il SAS lasco sia per la flessione/movimento del perno della P
L'ideale sarebbe avere in salita uno scarpone piuttosto stretto e ben "tirato" che impedisca eventuali movimenti della caviglia laterali e di conseguenza anche avere l'attacco stertto bene.
Ma questa ipotesi non favorisce una comoda risalita in quanto impedisce una corretta flessione della caviglia e ci troveremmo con un SAS alquanto duro e fastidioso.

L'opzione SAS rigido penso migliori queste problematiche in quanto avremo un sistema più compatto, ma studiato per permettere il movimento della caviglia in salita, una superficie di appoggio ridotta che spinge in maniera più precisa sulla lamina e che nn fuoriesce dalla sagoma della tavola
Ovviamente il problema di movimento/flessione del perno della P resterà, ma il SAS rigido supplirà in parte a questo.

flex camber?
Anche questi hanno la loro parte negativa ( e la foto lo dimostra) per cui dobbiamo spingere molto di più in quanto la ns superficie di lamina utile è a volte solo quella in prossimità dello scarpone
Con tavole morbidone avremo più sbananamento punta-coda ma meno difficoltà nello spingere verso il basso per annullare l'effetto camber
In tavole più rigide avremmo l'effetto diverso


P.S. Magne traction
La tecnologia magne traction consiste praticamente in una lamina che non è dritta, come le solite, ma se tu la guardi di profilo è ondulata, per la precisione dovrebbe avere 7 onde che a distanza di qualche centimetro l'una dall'altra, su quasi tutta la lunghezza della lamina, naturalmente vicino a nose e tail esclusi..quindi la cosa ti permette di avere delle lamine che lavorano su una superficie più ampia rispetto ad una lamina normale, migliorando la tenuta in conduzione e la precisione della tavola e permettendoti di tirarla al limite ancora più che una tavola normale..personalmente non l'ho mai provato ma le opinioni che sento in giro sono più che positive..


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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
MessaggioInviato: 06/11/2009, 14:50 
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Iscritto il: 07/05/2009, 12:49
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Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
Interloquisco punto per punto, ovviamente anche tutto quello che dico io è discutibile

seba ha scritto:
alcune considerazioni personali e assolutamente discutibili

larghezza della mezza tavola
la larghezza credo che vada a interferire solo su vecchie traccie da SA strette, ormai anche sci con 120/140 al centro sono comuni
Inoltre in caso di vecchie traccie conviene crearci la ns nuova


Boh…si ci sono dei problemi nelle tracce strette e dure, ma mi pare che se c’è una traccia normale si faccia comunque meno fatica a starci sopra, magari allargandola un po’ da una parte che farla nuova, soprattutto se c’è da tracciare in diversi cm di fresca, no?
E una roba larga, sul duro, terrà di lamina sempre meno di una stretta (ho visto che l’hai detto dopo quindi su questo siamo concordi)

seba ha scritto:
sciancratura
Purtroppo con le scaincrature avremmo sempre un prblm su una delle due 1/2 tavole

Ma converrebbe che le split fossero meno sciancrate, no?

seba ha scritto:
sistema attacco-scarpone soft
Parlando di sistema attacco+ scarpone (SAS) + piastra (P), l' inconveniente è sicuramente dato dal SAS che è molto più "flessibile " e "morbido" rispetto ai sistemi SAS da SA.
Inoltre il ns fulcro sulla piastra è dato da un singolo perno che tende ad avere un po di flessione e movimento
Anche la larghezza d'appoggio del sistema SAS nn favorisce un adeguata distribuzione del carico/spinta sulla lamina nei traversi che in caso di pendenze sostenute tende a toccare sulla neve in quanto sporge dalla sagoma della tavola.
In questo caso dovremmo già avere i Rampant(R) inseriti ma l'appoggio dell sistema SAS sulla neve può ridurre l'effetto del R.

Solitamente si sale tenendo il SAS abbastanza lasco proprio per migliorare il movimento della caviglia e la comodità della camminata, ma in questa modalità sui traversi avremo la spaicevole sensazione di instabilità durante il caricamento della lamina, sia per il SAS lasco sia per la flessione/movimento del perno della P
L'ideale sarebbe avere in salita uno scarpone piuttosto stretto e ben "tirato" che impedisca eventuali movimenti della caviglia laterali e di conseguenza anche avere l'attacco stertto bene.
Ma questa ipotesi non favorisce una comoda risalita in quanto impedisce una corretta flessione della caviglia e ci troveremmo con un SAS alquanto duro e fastidioso.


ok
Ma più che altro secondo me il problema non è stringere lo scarpone (che poi ti viene freddo e male ai piedi) ma l’attacco….dopo un lungo traverso mi sono trovato con lo scarpone tutto storto all’interno dell’attacco

seba ha scritto:
L'opzione SAS rigido penso migliori queste problematiche in quanto avremo un sistema più compatto, ma studiato per permettere il movimento della caviglia in salita, una superficie di appoggio ridotta che spinge in maniera più precisa sulla lamina e che nn fuoriesce dalla sagoma della tavola
Ovviamente il problema di movimento/flessione del perno della P resterà, ma il SAS rigido supplirà in parte a questo.


Come già detto lo verificherò….ma non finché ci sarà neve fresca!

seba ha scritto:
flex camber?
Anche questi hanno la loro parte negativa ( e la foto lo dimostra) per cui dobbiamo spingere molto di più in quanto la ns superficie di lamina utile è a volte solo quella in prossimità dello scarpone
Con tavole morbidone avremo più sbananamento punta-coda ma meno difficoltà nello spingere verso il basso per annullare l'effetto camber
In tavole più rigide avremmo l'effetto diverso


No…. qua come detto prima io penso che il camber giusto non dovrebbe consentire lo sbananamento della tavola…ovvero al massimo essere piatta quando ci si sta sopra…su questo punto interpellerò i miei amici ingegneri dei materiali……. ma di fatto la voilè (che ha un ponte e un felx quasi tipo tavola hard) tiene 100 volte più della burton in salita (la venture diciamo 50 volte)
Flex: in generale penso che le split debbano essere piuttosto rigide per essere polivalenti (sempre che uno debba fare anche cose toste), la maggiore difficoltà nel girarle va sopperita con la tecnica
Poi alla fine i due fattori camber e flex sono legati quindi vanno considerati assieme giusto?


seba ha scritto:
P.S. Magne traction
La tecnologia magne traction consiste praticamente in una lamina che non è dritta, come le solite, ma se tu la guardi di profilo è ondulata, per la precisione dovrebbe avere 7 onde che a distanza di qualche centimetro l'una dall'altra, su quasi tutta la lunghezza della lamina, naturalmente vicino a nose e tail esclusi..quindi la cosa ti permette di avere delle lamine che lavorano su una superficie più ampia rispetto ad una lamina normale, migliorando la tenuta in conduzione e la precisione della tavola e permettendoti di tirarla al limite ancora più che una tavola normale..personalmente non l'ho mai provato ma le opinioni che sento in giro sono più che positive..


Questo è interessante…anche se non ho ancora capito bene come funziona
sarebbe da verificare se è funzionale anche in salita, dato che la dinamica è un po’ diversa….ma prima di ste cose qua credo che se ne potrebbero evolvere altre più fondamentali nelle split, a cominciare dal sistema scarpone –attacco – interfaccia e soprattutto il fattore peso

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
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non so se in salita il magne traction possa essere migliore di una lamina tradizionale, ma in conduzione in pista, a mio parere, è tale e quale ad una lamina tradizionale con la dovuta manutenzione.
io non ho notato nessuna differenza


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buono a sapersi

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di sciancrature
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Come si comporta una tavola con sciancratura nulla o quasi?

Mi toccherà tirare fuori la gloriosa Mistral dei primissi anni 90 che custodisco gelosamente in cantina e provare. Quando la rivedo ogni volta che scendo giù mi stupisco sempre di quanto assomigli ad un'asse da stiro, e pensare che c'è scritto sopra "The carving system" :lol: :lol: :lol:

La domanda è seria, immagino non si potrà condurre in pista, ma in fuori pista come si comporta? I veri sci da neve fresca ormai non hanno adirittura una sciancratura inversa oltre ad andare assottigliandosi verso la coda?


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