Altra giornata dedicata al test della Mojo RX166, destinazione Macugnaga, canale Tyndall
Lo si sapeva che il fondo sarebbe stato duro ma io ero determinato a verificare con mano proprio nelle condizioni
che per definizione di contrappongono alle ciaspe.
Belvedere, con tutta la calma del caso tolgo gli attacchi, splitto, monto le pelli, monto gli attacchi…
Gia fatto???
Mmm beh guardando bene in effetti gli attacchi sono su al contrartio ed i cricchetti sono all’interno…. Vabbe’!
Se posso fare una nota mentale penso che per un freddoloso come me avere un paio di guantini sottili in materiale
termico possa comunque aiutare le manovre.
Partenza 1,2,3 via! Il canale Tyndall e’ di fronte a noi, passiamo la lingua glaciale tra piccole salite e piccole discese,
mi sento veramente strano, sono tornato ad esser bisciatore!!!
Primo punto di attenzione, crepacciata laterale con passaggio su neve molto dura in contropendenza, Fabietto davanti
a me con gli sci ha dei piccoli slittamenti laterali ma passa oltre, ora tocca a me.
Comprendo subito che si tratta di tenere la lamina a monte scaricando quanto piu’ possibile il peso sulla racchetta.
Equilibrismi a parte riesco a superare il pezzo critico, certo che se dovesse essere molto piu’ lungo non sarebbe
sicuramente una situazione facile.
Superata la lingua glaciale si procede verso l’attacco del canale con pendenze abbastanza dolci dove la progressione si rivela
molto agevole. Il fatto di strisciare l’asse a terra risulta piu’ naturale del sollevamento del piede a cui la ciaspola obbliga.
La pendenza dal ginocchio del ghiacciao di Castelfranco aumenta velocemente per attestarsi sui 30-35 Gradi.
Vista la condizione di fondo molto duro abbiamo optato per la linea di massima pendenza anche perche sui traversi
mi sarei sentito troppo instabile.
All’attacco del primo muro pendente ho assunto una posizione molto sbilanciata in avanti sfruttando al massimo
l’appoggio dei bastoncini telescopici.
Nonostante una buona tenuta delle pelli ho deciso di montare i rampanti, a colpi di lamina mi sono scavato un gradino
ove sganciare l’attacco e l’operazione di montaggio si e’ rivelata davvero banale.
Come previsto con l’ausilio delle lame la situazione di tenuta sulla massima pendenza e’ drasticamente aumentata
permettendomi di scaricare a terra molta piu’ forza tramite le gambe.
Arrivato all’imbocco del canale vero e proprio ho sentito impellente il bisogno di ramponarmi in quanto il dislivello
guadagnato era ormai tale da rendere uno scivolone molto pericoloso.
Ripetuta l’operazione di ‘terrazzamento’ a colpi di lamina ho scanciato ad una ad una le assi calzando immediatamente
i miei fidi Grivel 10 punte.
A questo punto se avessi avuto sottomano una procedura scritta con sequenza numerata sarei stato piu’ tranquillo.
Sono un gran pasticcione e gia’ mi vedevo semiassi volare gia’ per il canalone ghiacciato insieme ad attacchi pelli
e rampanti.
In realta’ le cose sono andate meglio del previsto e ho propeso per la sequenza:
0 - calzare ramponi
1 - con la picca ho fatto punto di sicurezza ed ho assicurato lo zaino
2 - ritiro dei rampanti nello zaino
3 - sgancio degli attacchi assicurandoli alla picca
4 - scollamento delle pelli e ritiro delle stesse nello zaino
5 - riassemblamento delle due semiassi
6 - inserimento attacchi
7 - assicurazione della tavola allo zaino mediante cordino
Il punto piu’ critico mi e’ sembrato quando avevo le due semiassi senza piu’ pelli,
forse avere un cordino con moschetti per assicurarle alla picca sarebbe stato piu’ sicuro.
Il proseguo e’ stato in stile canale percui avere la split non ha di fatto differenze rilevanti, con il senno di poi
avrei preferito montarla sullo zaino invece che trainarla in quanto a quelle pendenze il peso finisce per essere lo stesso.
Raggiunto il punto di strozzatura la neve si e’ fatta praticamente ghiaccio percui ho deciso che nonostante l’abbondante
gamba residua mi sarei fermato li’ per ovvi motivi di sopravvivenza (qualche dubbio sulla tenuta della Mojo sul ripido duro
dovevo ancora fugarlo).
Partito molto abbottonato ho subito avuto un feeling positivo, buona tenuta, ottima rigidita’, nervosa al punto giusto.
Anche se dalla foto non sembrano i 40/45 che potevano essere
non parliamo comunque di pendenze limite e neanche di ghiaccio vivo
ma vi assicuro che il rumore delle nostre lamine si poteva sentire ad una buona distanza
La sensazione gia’ maturata nello scorso test e’ stata di fatto confermata e anche in queste condizioni per nulla ottimali
la risposta di assi ed attacchi e’ stata a mio avviso in linea con le mie aspettative ed esigenze.
Il resto delle foto le trovate quiAlla prossima Splitterssssssssssssssssssssssssss!!!