Sabato con Denis siamo partiti molto presto dalla Val Venegia per la cima del Monte Mulaz…..
con il sonno che avevo ogni tanto mi girava perfino la testa e rischiavo di inciampare nelle peste ghiacciate della stradina…..peraltro pallosissima…..
Alle 6.40 incontro uno sci alpinista leggermente mattiniero che già scende (!) …. non stavo sognando….l’ha incontrato anche Denis che era un po’ più avanti di me….vai a sapere…..
Aumenta la luce e riesco a vedere il Travignolo
e il canale dei Bureloni
Sembra che siano in buone condizioni…..ma chissà se dentro ai canali la neve è dura o che…..
Noi infatti saliamo fino al passo del mulaz su neve molto dura….con la split sono costretto a montare i rampanti dopo soli 100-150 m di pendio, mentre gli scialpinisti vanno su senza problemi…..
tra l’altro anche con gli scarponi nuovi ho comunque male a un malleolo, soprattutto sui traversi verso sx… ovviamente sono tutti lunghi da quella parte…..
Dal passo in su gli altri proseguono fino in cima con i rampanti (o c’è qualcuno che è salito anche senza??????) mentre io dopo poche decine di m mi metto i ramponi e mi carico tutto sul groppone…..la salita finale con la split sarebbe stata molto ardua e avrei rischiato parecchio (anche con le ciaspe del resto…)
Per una volta siamo in cima ad un’ora decente (9.30) e non scalda come previsto, possiamo scendere abbastanza tranquilli…..dopo una bella pausa panoramica e rifocillatoria presso la campana della cima.
Numerose tracce scendono lungo la discesa diretta sulla parete est, mentre nessuno dei presenti sa se è possibile scendere anche nel canale esposto a NE, sulla carta ripido e dall’andamento sinuoso….da sopra non si capisce granchè…. quindi decidiamo di seguire le tracce presenti….
La discesa è molto bella, quasi aerea, nel suo piccolo probabilmente simile a quella sulle laste dell’Antelao, ma di impegno psicologico molto minore…..la neve è insperatamente farinosa per molti m di dislivello e possiamo fare dei gran bei curvoni……
Ci fermiamo spesso per fare foto e esplorare con lo sguardo tutte le possibili varianti….ma il canale NE resta un po’ un mistero….probabilmente ha parecchi salti di roccia….troppo difficile per noi….
Avevo sentito parlare e letto di questa E del Mulaz come molto difficile e ripida…..cosa che non è…abbiamo valutato una pendenza media ben sotto ai 40°…c’è solo un punto dove bisogna superare un saltino di roccia che avrà al massimo 5 m sui 45° o poco più……di sicuro la difficoltà maggiore è l’orientamento in mancanza di tracce o di scarsa visibilità….
Il primo canalino a sx lo manchiamo di poco ma ne troviamo subito un altro, la neve è buona ma chi ci ha preceduto ha derapato e quindi non lo troviamo in buone condizioni….ma la discesa rimane molto entusiasmante….
Ormai siamo ad una quota dove la neve non è più bella, comincia la crosta, più facile da affrontare con la tavola, poi il firn….
L’ambiente è sempre grandioso
Prima di arrivare al pianoro sotto al Col dei pedoci vediamo che c’è una zona svalangata…di fondo e bella grossa anche…..ma ormai siamo bassi…..la scelta è risalire e passarla a monte oppure attraversarla…..la attraversiamo….con non poco terrore….visto che c’è ancora qualche bel blocco “sospeso” che potrebbe scegliere il momento sbagliato per venire giù……per fortuna siamo veloci (altro che red bull ti mette le ali) e ci allontaniamo subito….
Dal piano in giù si soffre un po’ tra neve dura, diagonali e discesa su vecchie valanghe e torrenti, poi lungo la stradina innevata si arriva a Falcade.
Domenica anche la ragazza di Denis (Vivi) vuole fare qualcosa (a differenza di Cia e Lorenzo che fanno le “tarme”) quindi scegliamo di andare in zona forcella Marmolada con l’ausilio della cestovia, diminuendo di molto il dislivello in salita…..valutando poi in loco se salire sulla Vedretta del Vernel, sul Piccolo Vernel o in forcella, con la possibilità di scendere anche dall’altra parte….
Sabato sera il passo Fedaia mi risulta ancora chiuso (ma era meglio se chiedevo ai locals….poi scoprirò che si passa) quindi per evitare il lungo lago e per lasciare una macchina a Villletta Maria mi sparo un mega giro dell’oca per il Pordoi….
In salita vediamo subito che nel vallone N la neve non è male…..
Vivi sale con le ciaspe (Denis…la ragazza si merita una bella split!!!!!)
La Vedretta sembra metà “cotta” (quella che prende il sole) e metà piena di onde…..e senza tracce…quindi ci ispira poco……
Il Piccolo Vernel è tracciato ma poco innevato per i miei gusti….e anche lui sembra abbastanza “cotto”…
Decidiamo quindi di salire in forcella…..
Da sotto possiamo vedere che la discesa nel vallone NW di Penia non è in buone condizioni e l’uscita è leggermente glassè….
Per arrivare in forcella Vivi prova per la prima volta il “brivido” di una salita ripida, per prudenza le diamo una piccozza ma non servono neanche i ramponi, la neve non è durissima e Denis ha fatto delle peste che per noi è come salire una scala…
Le emozioni per lei aumentano quando arriva in cima…..una prima volta su una cresta innevata fa sempre un certo effetto e vediamo che non si sente tranquilla…..
Allora mi armo di pala e visto che fa anche un bel freschetto faccio un bel po’ di spazio in cima, così si può stare in tre comodi e appoggiare gli zaini e fare tutte le operazioni con calma senza perdere giù niente (alla faccia di quelli che fanno strap strap con le pelli e sono già ripartiti)…
Nonostante tutto sto lavoro (ho trasformato una cresta di 20 cm in una piazzola di 4 mq) quando arrivano due tedeschi all’apparenza esperti li vediamo ben più timorosi di lei….una scena incredibile……uno dei due resta in ginocchio e scende giù per l’altro versante tremando…..e sì che c’erano tutte le possibilità per legarsi…..si portano dietro zaini enormi e non hanno un pezzo di corda???? Boh….
Decidiamo di scendere a N…..S è duro e pieno di groppi….resta freddo e arrivano le nuvole…...
Chiediamo a Vivi se vuole scendere assicurata….ormai è coraggiosa…dice che scenderà con la tavola ai piedi, senza corda (forse adesso ha più freddo che altro?)
la scelta della discesa a N si rivela azzeccata…scendiamo su bella farina fino ai dossi che sovrastano le falesie di Pian Trevisan…..
dove troviamo neve più dura…..
Ma sempre in un ambiente maestoso, meno frequentato rispetto agli altri pendii della Marmolada
Poco dopo il divertimento puro finisce e si va verso la stradina militare, dove conviene scendere a piedi i punti più esposti e tocca il golgota della terribile risalitina finale verso Villetta Maria nella patocca carnivora.