Ieri mi sono fatto un'altra gita con la split. 15 cm di fresca da battere in parte e 800 m di dislivello.
In salita non riuscivo a prendere i giri "zavorrato" dal peso ai piedi (ben 2.45 kg in più per ogni piede senza contare la neve raccolta da tutti gli ammennicoli sulla tavola)
Le inversioni sono pachidermiche per l'ingombro in lunghezza delle semitavole e l'ingombro degli attacchi e scarponi...
I traversi sono bastardi con uno sci ciccione largo più del doppio rispetto ad un comune sci da alpinismo!
La mobilità di scarpone + attacchi soft è molto (molto) inferiore al TLT5 con attacchino e la meccanica del passo in salita è molto danneggiata da ciò.
Lo scarpone soft per camminare in montagna (traversi, poca neve su sassi, neve ecc. ecc.) al va mia tat bè!
Poi arrivato in cima mi si è palesato il peggior difetto della split: montare la tavola per scendere.
Se da una parte la split rappresenta una gran figata psicologicamente (il parallelo coi Transformer robot-macchinina che si usavano da bambini) dall'altra parte andare in montagna con qualcosa da montare per scendere è strano.
Non ho capito niente? devo prenderci più la mano? sono cose che pensano tutti all'inizio ma poi cambia?
Probabilmente la virtù sta nel mezzo.
In compenso ho testato e promosso lo zainetto della camp anche per portare le due semitavole attaccate su.