non si tratta di una descrizione o relazione....è solo un racconto di una bella esperienza e di tanto culo.
Il copione è sempre lo stesso, ti arriva il tipico messaggio: “ha nevicato sul bianco, due giorni di meteo perfetto, sei allenato?” La notte dopo sei parcheggiato sotto l’Aiguille du Midi, cerchi di dormire, ma il cuore ti batte come la prima volta che hai sfilato un paio di mutande ad una ragazza….
Ressa alla mattina per le prime cabinovie, tutti quelli in fila che non hanno gli occhi a mandorla hanno le nostre stesse intenzioni, e la metà di quelli davanti a noi sta per andare a scendere il Cosmique….
La montagna fa capire subito chi comanda scaricando prima una slavina dal Mallory e poi un seracchetto sopra al Bossons…. fa un caldo bestia, sto sudando come un maiale… e mi sale il dubbio che quella pastiglia che ho preso la mattina non fosse aspirina…va beh.
La Jonction si passa facilmente.Arriviati al GrandsMullets il mio socio (che probabilmente da bambino è caduto in una pentola di anfetamina) comincia a fare su e giù sul pendio di fronte arandolo per bene. Come dargli torto, ci sono 40cm di fresca li intonsi….io vado a dormire.
Il programma cambia: eravamo convinti di passare per le PetitPlateaou, ma il rifugista dice che il Goutier è in ottime condizioni…sarà…io da qui vedo solo ghiaccio e buchi….
Alle due di notte siamo fuori, davanti a noi tre grupponi con guide che battono traccia lungo la Voie Royale, conto 20 cristiani davanti a noi ed almeno trenta dietro….infatti appena calzati i ramponi si crea una mega coda sulle parti con ghiaccio vivo fuori…..certo che sto domedegoutier sembrava quasi piatto da sotto…. Noi viti non ne abbiamo, per cui inutile fermarsi, pedalare! Superiamo un folto gruppo sulla cresta che sta trivellando ovunque per fare soste….all’alba siamo al colle del Dome.
Comincio a sentire la quota, Marco sembra che stia come in spiaggia, infatti mi sta tirando un il collo….superiamo altra gente. Per fortuna arrivati al Vallot gli scappa da cacare ed io posso prendere fiato, addirittura mi faccio un sonnellino (strani effetti dell’altitudine). La gente comincia a depositare gli sci e proseguire per l’arete du Bosses a piedi….noi ci guardiamo increduli, senza scambiarci parola, ma ci leggiamo nel pensiero a vicenda: la Nord è intonsa, e pochissimi di quelli di fronte a noi hanno gli sci sulle spalle.
Mi viene il passo da ottomila, comincio ad avere pensieri tipo “machiccazzomelhafattofare”, ma la vetta sembra così vicina, saltiamo l’ultimo crepo e siamo sulla cresta finale. Arrivati in cima la situazione si ribalta: mentre Marco fa foto e si prepara con calma io vengo colto da un ansia di scendere, mi viene la paranoi a dura che ci rubino la prima traccia….ed infatti nonostante io martelli “dai, andiamo, dai, sei pronto” un gruppo ci passa davanti….merda!
Va beh, foto di rituale e giù. 40 cm di farina non pressata per 2000 metri di fila. Non riesco a fermarmi durante tutta la discesa, un po’ perché ho paura dei buchi (ed a scendere ne incontriamo tanti, alcuni dei cui li “sorvolo” involontariamente), un po’ perché ho paura dei seracchi (ed uno enorme è caduto 3 giorni fa), un po’ per la botta di adrenalina della surfata che sto facendo.
Arriviamo al rifugio, recuperiamo due cose (anzi, ad essere sincero le recupera Marco, perché io non ciò proprio voglia di risalire la ferrata) e ci dirigiamo verso il rientro…un traverso infinito verso il plan de l’aiguille, con metti e togli continui, che si rivela la parte più difficile e pericolosa di tutta la gita.
Monte Bianco:….. Check! PS: grazie mille a Poz per la consulenza pre-gita e per le dritte, mi sono tornate tutte utili.
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