Domenica scorsa, per il corso SBA1 tenuto dal CAI di Vicenza, è stata organizzata un'uscita che prevedeva la cima Giogobello partendo da Valdurna nell'omonima valle, e la discesa dal versante opposto verso Pennes.
Tale gita è abbastanza semplice in condizioni nivo-metereologiche accettabili, con dislivelli non eccessivi (750 metri di salita e 850 di discesa circa) , pendenze mai critiche e assenza di difficoltà tecniche.
Il tracciato di rotta è molto semplice, partendo da Valdurna a 1550 metri circa di altitudine, basta seguire l'azimut di circa 335 gradi e una volta raggiunti forcella Valdurna a 2235 metri, girare verso NNE con un azimut di circa 30 gradi per raggiungere la Cima Giogobello posta a 2308 metri.
Per la discesa invece basta tornare in forcella e scendere a NN0 verso la Val di Pennes con azimut di circa 335 gradi per raggiungere la località di Pennes a 1450 metri circa di altitudine.
Nel nostro caso è stato possibile effettuare la salita sul versante sud e la discesa dal versante nord in quanto il viaggio è stato effettuato in pullman, che dopo averci scaricati a Valdurna, è venuto a riprenderci a Pennes: decisamente comodo.
Come nella precedente gita, nel gruppo era presente la sempre ottima compagnia di Alexander Supertramp e le indicazioni dell'istruttore Mortearancio.
Quest'ultimo però ha tradito la fede split e si è presentato con tavola intera e ciaspole. Inoltre per l'occasione era investito della carica di vicedirettore del corso e ha esercitato il potere decidendo lui i gruppi. La casualità ha voluto che nel suo era presente l'unica delle due ragazze del corso non impegnata e il fidanzato dell'altra, tanto per minimizzare la concorrenza. Sono sicuro però che Mortearancio non è mancato di professionalità, in quanto conosce bene la prestanza fisica del padre della giovane.
Alexander Supertramp invece ha avuto l'occasione di avere come accompagnatore un istruttore regionale di scialpinismo, che gli ha giovato sicuramente nell'apprendimento delle inversioni e delle bolzanine, gesti tecnici in cui pecca ma compensati dall'immensa passione freeride.
Nel mio gruppo invece ero l'unico non ciaspolature, quindi in salita o battevo traccia o seguivo traiettorie a volte improbabili per la split. Tra l'altro le condizioni del pendio di salita non erano delle migliori, o volte scarsa, o trasformata dal vento o dura. Inoltre il cielo era coperto e tirava un fastidioso vento che non mi ha fatto per niente invidiare chi aveva la croce della tavola in spalla.
In tali condizioni i rampant erano d'obbligo.
Raggiunta la cima, il forte vento non ha permesso di ristorarsi e siamo subito scesi in forcella. Questo primo tratto abbiamo dovuto farlo con tavola in spalla a causa di parecchie rocce esposte che sconsigliavano di azzardare una linea.
Dalla forcella, per trecento metri di dislivello, le condizioni non erano male essendo il versante Nord e si è riuscito a disegnare qualche curva su una neve pesante e a volte crostosa.
Superati questa parte, le pendenze diminuiscono e si incontra un tratto tra i mughi che porta alla stradina finale nel bosco. Quest'ultimo pezzo è abbastanza bastardo se affrontato nelle condizioni di domenica, con fondo duro e qualche lastra di ghiaccio.
Infatti nel mio gruppo, che probabilmente non era formato dai migliori allievi (quelli se li era presi Mortearancio ed erano già in bar), le cadute si sono susseguite.
Arrivati a Pennes, ci siamo consolati con qualche birra e un ottimo strudel. Il resto, come al solito, in corriera…