ANALISI DI UN INCIDENTE IN VALANGA
Sabato 21/2/2015
Faccio un analisi/racconto il più dettagliata possibile per cercare di riconoscere gli errori fatti e avere un maggior numero di spunti di riflessione e cercare di capire cosa è andato storto.
Ometto i nomi dei partecipanti, se volessero intervenire lo faranno loro.
Il gruppo è composto da 9 persone, personalmente ne conosco 3, Tizio caio e la mia ragazza W.
Tizio, ha una grossa cultura montana e sciistica.
Caio è un amico di lunga data con cui esco spesso sia in skialp che a bere un bicchiere.
W, fa skialp dall'anno scorso, ha partecipato proprio assieme a me, Tizio e caio 2 settimane fa ad una giornata con Guida Alpina dedicata alla sicurezza con stratigrafia neve, ricerca arva ecc..
Poi ci sono X e Y coppia , Z, giovane skialper, A e B grandi appassionati.
Tutti, chi più chi meno, praticano skialp regolarmente, comunque il possesso e l'uso di APS erano requisito minimo per la gita.
Nei giorni precedenti la gita, visto il meteo, si decide per una forcella nelle Alpi Giulie. Ecco l'estratto del messaggio di Tizio che ha scelto, con il consenso di tutti, l'itinerario:
“probabilità di cielo coperto o semi coperto altina, possibilità che su tante gite classiche ci sia crosta altrettanto altina. Forse è inutile sobbarcarci gite lunghe o dislivelli importanti, ma meglio ridimensionare e semmai prolungare maggiormente il "birra e salsiccia". Si potrebbe provare qualcosa di più "intimo" e con qualche speranza di trovare residui di neve buona (non trasformata) almeno in alto, rimanendo sempre sui canoni del "interessante ma non difficile". Su questi canoni avrei una gita possibile, poco frequentata e in zona sicuramente tra le meglio innevate del nostro territorio. EXP Nord-Est, dislivello sotto i 1000m con parte bassa semi-pianeggiante e poi pendenze più interessanti (quotazione 2.3 E1, quindi direi gestibilissima anche da scialpinisti non esperti), al riparo dal vento (e pare che sabato ci sia vento da SO), in caso di visibilità scarsa il canale (stretto ma non troppo) consente buoni riferimenti per gestire la discesa “
Di Tizio mi fido, ha fatto una gita assieme a Caio in zona la settimana precedente e da allora le condizioni non sono cambiate molto, se non una leggera nevicata.
Errori: non cerco informazioni sull'itinerario, mi bastano quelle di Tizio, non consulto la cartina, il bollettino ha rischio basso e il fatto che sia una “gita sociale” e non impegnativa mi tranquillizzano.
Il gruppo è troppo numeroso?
Bollettino valanghe:
situazione di venerdì 20 febbraio
situazione di sabato 21 febbraio, giorno della gita
Evidenzio la descrizione stato del manto nevoso e pericolo valanghe:
Aumenta la nuvolosità ma fino a metà giornata le condizioni del pericolo resteranno invariate. In seguito saranno probabili deboli o moderate precipitazioni (5-15 cm anche a bassa quota) con maggiori apporti nella zona occidentale. La nuova neve potrà depositarsi su brina di superficie creatasi nelle notti serene scorse. Le precipitazioni saranno accompagnate da venti meridionali che creeranno nuovi piccoli accumuli sotto creste e forcelle, comunque molto localizzati. Nelle zone di accumulo maggiore non sarà escluso il distacco provocato anche con debole sovraccarico. Grado di pericolo previsto: 1 (debole) in aumento in relazione alla intensità delle precipitazioni su tutto il territorio.
Errori: non bisogna fermarsi ad un numero, ma una gita con grado 1 capita raramente, c'è veramente poca neve in regione.
Leggendo la descrizione del manto nevoso però ritroviamo tutti gli ingredienti che hanno scatenato la valanga.
Il grado 1, nella mia mente, ha abbassato le difese e quella serie di domande che è normale porsi prima di uscire in montagna.
Le ha abbassate a tal punto che la mattina stessa lascio a casa lo zaino ABS in favore di uno più leggero...
La gita.
Partiamo per tempo dopo un caffè per presentarsci. Al parcheggio ci sono -4° e un leggero vento, cielo semicoperto.
Dopo un check arva partiamo, superato un tratto pianeggiante passiamo e un torrente, il ritmo è buono e saliamo chiacchierando mentre scendono i primi fiocchi.
Il fondo è poco ma coperto da 10 cm di neve morbida scesi molti giorni prima e ben conservati.
Alla base della forcella iniziamo con qualche inversione, il cielo è ormai coperto e nevica, il vento è diventato forte.
Tizio e Caio avanti che battono traccia, io chiudo il gruppo assieme ad Z Y e B.
Ad un certo punto, a circa quota 1400m, troviamo un ginocchio con un masso e dei blocchi di ghiaccio in mezzo al canale, la pendenza aumenta e ci togliamo gli sci per salire circa una decina di metri a piedi. Saliamo tutti piuttosto vicini, si sprofonda solo la misura di uno scarpone e il fondo sembra sicuro.
Stando in coda al gruppo e con la scarsa visibilità ammetto di non aver guardato avanti nel canale le condizioni, né il vento mi preoccupava tanto, credevo che salendo sarebbe diminuito vista la morfologia.
Rimettiamo le pelli e continuiamo a salire, il canale sarà largo all'incirca 10/15 metri. La pendenza sarà ai 30°, ancor meno nel tratto affrontato finora.
Il distacco.
Sopra ad i primi 2 che stanno salendo, con inversioni opposte, si stacca la massa.
I primi sono una decina di metri avanti a noi, io sto salendo in direzione sinistra quando sento la mia ragazza che urla il mio nome.
Mi giro e la vedo semiseduta volto a valle su una massa di neve alta 40/50cm e larga qualche metro che scende tutta attorno a lei. Incrociamo gli sguardi e le urlo “stai tranquilla”, vedo che la massa di neve non è molta e in una frazione di secondo ho pensato che l'avrei estratta velocemente qualora fosse rimasta sepolta: il canale non era molto pendente e non sarebbe andata lontana.
Vedo anche Y e Z poco avanti a me attoniti e gli urlo qualcosa come di spostarsi, mentre cerco di portarmi sotto la parete con passi veloci mi sento tirare giù.
Avessi avuto l'ABS credo che avrei avuto il tempo e la lucidità di tirarlo.
Io scendo sulla schiena con faccia a valle.
Sento che la valanga accelera e nel mentre penso al punto in cui sarei sceso ho la netta percezione di “saltare” sul cambio di pendenza e quando atterro mi fermo di colpo, non bene... pensando a cosa mi arriverà sopra. Nella discesa cerco di tenermi le braccia davanti al volto, “nuotare” con quel tipo di neve compatta sarebbe impossibile.
Durante lo scivolamento sono sempre stato sopra, ora la valanga inizia a coprirmi e vedo comunque della luce sopra a me, nonostante le braccia facciano scudo al viso la neve inizia ad entrarmi in bocca e nel naso, la sputo e mi concentro per respirare tranquillamente, sono sul fianco sinistro tutto storto, sotto il viso ho dello spazio e aria a disposizione, per un attimo sono proprio coperto e sento ancora la neve scendere pesante.
Passa qualche secondo che la massa si ferma, di corsa col braccio destro riesco a liberarmi il viso, il resto è sotto, immobile, bloccato.
Sono finito contro il blocco di ghiaccio al centro del canale, mi trovo Z praticamente sopra i piedi, gli chiedo come sta, tutto ok dice, lui è bloccato dal bacino in giù.
Il pensiero è immediato alla mia ragazza, guardo a valle e la vedo che muove le braccia, in quel momento mi son sentito felice, e sollevato.
Lei è fuori solo col busto faccia a valle, le urlo che ci sono e sto bene, mi accerto che abbia capito e lei mi dice di stare bene, vedo che si sfila lo zaino e tira fuori la pala per liberarsi, che sollievo!
Nel frattempo sbuca Y in piedi senza sci, più sotto rispetto a noi e all'altra parte rispetto al masso centrale, cammina e mi chiede di X, le dico che non lo vedo ancora...
Inizio a fare la conta, di quelli che vedo 3 sepolti anche se parziali ed uno fuori.
Faccio un piccolo check, riesco a “muovere” braccia e gambe, sento le estremità, chiedo lo stesso anche a Z, che è abbastanza shoccato ma sembra stare bene.
Poco dopo dal dosso a monte arrivano Tizio e Caio con gli arva in mano, non ricordo bene chi dei due per primo ma sono i primi con cui ho parlato, sono ancora distanti ma gli urlo che noi qua sotto siamo 4 e stiamo bene, loro rispondono altrettanto per quelli sopra il dosso, quindi siamo tutti fuori, ok.
Urlo subito a Y che X sta bene!
Tizio e Caio arrivano su di noi in fretta, gli chiedo di andare a vedere della mia ragazza giù in basso che noi stiamo bene, Tizio la raggiunge mentre Caio inizia a liberarmi. La neve è cemento, scendendo si è inumidita e compattata per bene, se avessimo dovuto liberarci da soli ci avremmo impiegato parecchio...
Dopo un po' vedo spuntare gli altri, X credo vada a sincerarsi delle condizioni di Y e poi viene alle mie spalle a scavare, A libera le gambe di Z, chiedo anche agli altri di andare ad aiutare Tizio e W, ma restano tutti lì. Mi accorgo che X sta spalando a mani nude e gli dico di mettersi i guanti, B fa alcune foto e gli urlo di tirare fuori la pala! Capisco che sono provati dalla situazione.
Il nostro scavo non dura poco, sicuramente sui 10/15 minuti.
Caio mi raggiunge gli attacchi e mi libera le gambe, forse è l'unico che lo sa fare del gruppo (sono l'unico in split), esco dalla neve prendo il mio zaino e mi fiondo da W a balzi.
La raggiungo urlando di gioia e la bacio e abbraccio, le dico che va tutto bene, Tzio ha praticamente finito, è molto infreddolita e trema ma sta bene.
In tutto questo tempo il vento e la neve non hanno mollato, hanno entrambi la testa ghiacciata. Le metto subito il suo piumino che era nello zaino e dei guanti asciutti, la abbraccio forte per scaldarla.
Arrivano tutti gli altri, facciamo una verifica delle condizioni di salute di tutti e non riteniamo di dover chiamare i soccorsi.
Per quanto riguarda l'attrezzatura: a Y manca uno sci, che probabilmente le ha “tirato” la gamba dolorante nella scivolata, Z un bastoncino, a me restano un bastoncino e mezza split spezzati a metà.
Recuperiamo tutto e iniziamo a scendere, Y dolorante ed io a piedi e tutti gli altri sugli sci.
Arriviamo a valle edecidiamo di discutere dell'accaduto davanti ad una buona birra!
Non so esattamente quanto tempo sia passato, se la sequenza delle azioni e percezioni sia esatta, ma in quei momenti mi sentivo lucido, e riuscivo ad osservare con razionalità la situazione. Cose che sono mancate durante la salita, siamo caduti nelle cosiddette trappole euristiche (spiegate bene nel link sotto), io non sono riuscito a cogliere i segnali di pericolo durante la gita, e nemmeno i miei compagni, oppure non li hanno esternati.
Qua si gioca tutto, perché possiamo essere bravissimi a spalare o avere l'ultimo arva uscito, ma l'importante e non trovarsi mai faccia a faccia con una valanga.
Un grazie a tutti per l'aiuto ricevuto e per la solidarietà dimostrata, che ci serva da lezione e che ci aiuti nel nostro apprendimento della bellezza e pericolosità della neve.
P.s. sono andato cercarmi e statistiche degli eventi valanghivi in relazione al grado del bollettino...
abbiamo avuto tanta sfiga, ma all stesso tempo siamo stati proprio fortunati!
http://www.aineva.it/pubblica/neve66/1_igor.html