Sabato 11/04/2015 mio primo tentativo di salire il Pelmo con la split.
Compagno di avventura, e sventura, il prodigo Mario che ammiro dal più profondo del cuore perchè si imbarca con me in questi viaggi assurdi.
Per chi non conosce questa montagna dirò solo che viene chiamata "Il Caregon degli Dei" (lo scranno degli Dei).
E' un massiccio con pendii senza pendenze particolarmente difficili, ma presenta problemi di tipo alpinistico almeno per l'accesso al "vant", cioè le parti sciabili superiori che portano alla cima. L'enigma (da moltissimi già superato negli anni in tutte le maniere) è la Cengia di Ball, un "sentiero" molto esposto lungo circa 1km e messo molto in alto, dove un errore può risultare fatale. Alcuni di questi tratti sono molto ma molto stretti, nel tempo qualcosa è stato "attrezzato". Si possono trovare pochi spit e molto lontani e un paio di corse fisse in un paio di passaggi.
Dopo il primo terzo della Cengia c'è la prima variante detto il "salto pordon", circa 15/20mt di arrampicata con passaggi di IV grado che permette di saltare il resto della Cengia. Per le relazioni vi rimando a tutto quanto si trova in rete e alle varie pubblicazioni sulla Valle di Zoldo.
Racconto qui quanto è successo, perchè il report spero di poterlo fare in un futuro il più prossimo possibile
Tutto inizia venerdì sera, sul tardino arriviamo a casa di Mario a Santa Fosca, considerato che ci dovremo alzare ben prima dell'alba almeno ci avviciniamo un po'.
Sveglia alle 3.50 ... dai ancora 5 minuti ... ok ecco partiamo già bene.
Infatti tra vestiti, colazione, chiudi vai e fai partiamo già con 20minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
E' tutto buio pesto però per strada incontriamo nell'ordine: 2 lepri, 1 volpe bellissima e 1 giovane cervo maschio.
Si deve arrivare a Zoppè e proseguire più in alto possibile con la macchina considerato che l'avvicinamento è già lungo abbastanza. Altro errore di valutazione la strada da Santa Fosca a Zoppè, lunghissima eterna e così da dover partire alle 5 "sciaipiedi" finiamo per partire alle 6 oltretutto vista la neve bassa tocca lasciare la macchina più in basso di quello che pensavamo.
Seguiamo facilmente il sentiero (lunghissimo) fino al Rifugio Venezia (circa 2h), poche parole tanto sappiamo che questo ritardo ci costerà carissimo. Lo zaino è pesantissimo, troppo: rampant, ramponi, imbrago, corda da 60mt ferraglia varia, per la serie porta tutto che non si sà...
Almeno le 2h di avvicinamento le rispettiamo e così risaliamo i pendii a sud che portano verso la forca rossa.
L'attacco della Cengia di Ball è facilmente riconoscibile e ci fà subito cagare addosso (mmm si passa di là? bhè dai dicono che il primo pezzo è il più difficile...). Oltretutto mettiamo i ramponi che sono le 8, il sole ci saluta (caro lui) e la neve si scalda, così solo per superare i primi 100mt verso l'alto sfondiamo fino alla vita... nel frattempo perdo pure una borraccia (bhè poco male, meno peso mi dico).
Dove c'è neve è faticosissimo, ma dove non c'è stà cengia è veramente esposta. Iniziamo e qui per fortuna la mente mi si libera. Non importa dove arriveremo, intanto andiamo. Mario non si aspetta un'esposizione così continua, però tiene duro e mi segue nonostante tutto.
Cerco di proteggere il più possibile, ma alla fine è un traverso continuo lungo una vita e mezza, qualcosa trovo, qualcosa mi invento e tanto dev'essere nascosto dalla neve.
Procediamo lentamente, però ci divertiamo (almeno io sicuro, Mario spero o cmq simula molto bene). Arrivati al Pordon lo guardo ... mmm un solo passaggio di IV .... e rieccheggiano i consigli delle telefonate di venerdì "dicono che la cengia è pulita, fai quella che è più sicura". Son già le 10 e di mettermi ad arrampicare non è proprio che mi và, a stò punto dico a Mario andiamo avanti finchè ce n'è così vediamo la cengia.
La facciamo quasi tutta fino alla fine, è bella, ti fà stare sull'attenti ed tutto molto delicato. Siamo lenti e lo sappiamo, a mezzogiorno su una bella piazzola al sole mangiamo, beviamo e giriamo i tacchi. Per tornare a casa tocca rifare la cengia.
Il ritorno è più veloce, sò dove sono le protezioni e così i tiri sono tutti da 60mt. Certo che poi vista la poca roba che c'è in mezzo serve più per la testa che per altro
Usciamo dalla cengia che solo le 15, la neve è marcissima. Per fortuna il tempo tiene ed è bello.
Si scia un 150mt fio al rifugio (l'unica della giornata) ora tocca ripellare per rientrare alla macchina. Sento un tuono e l'Antelao è sparito in nubi grigie... e così le 2h di rientro noiosissimo vengono deliziate da una grandinata e poi una pioggia incessante.
Arriviamo alla macchina finiti come un calzino e torna l'ultimo raggio di sole.
Bilancio: quasi 12h di fatica improba, 150mt di discesa il tutto in ambiente severissimo.
Giusto così, tocca imparare bene per salire (e quelli bravi sarebbero saliti sicuro e ben presto ci saliranno), un arrivederci a presto al prossimo tentativo.
la meraviglia
inizia il periplo
mario in mossa gattesca
salto pordon
protezioni un po' aleatorie
il pratico sentiero
riorganizzazione
sulla via di ritorno
nuvole passeggere...
...vorrà mica che grandini ad aprile...