E' venerdì. Sono le 18.00. Si stacca dal lavoro, Chiara è via a fare una gara di fondo, la casa giù in città è già stata chiusa, posso subito scappare su! Telefono al Nullo, lo skimen che mi sta ultimando il lavoro sulla vecchia Burton Canyon 162, la sua casa è verso la montagna, ottimo, così non perdo tempo, ad un montanaro come me trapiantato in città è come se mancasse l'aria, ogni minuto che passa mi sembra preziosissimo, mi sembra di fare un torto alla montagna, ai miei monti. Fortunatamente in breve raggiungo Nullo e mi mostra la tavola! Con il kit è bellissima!!! Ottimo, ringrazio, pago e volo verso su, domani mi aspetta la mia prima uscita. Come al solito mi ritrovo con il mio braccio destro, compagno di mille uscite: il Tito! Pian piano sto convertendo i miei amici fidati di snowboard ad amare di più l’alpinismo e non solo le seggiovie, infatti mi accompagna finalmente con le ciaspole. Partiamo, la destinazione è il rifugio CAI Battisti, o almeno la croce del Passone. Dopo i primi cento metri con gli sci -ah ehm volevo dire la tavola- ai piedi mi accorgo che ho fatto il primo errore da principiante inesperto, ho messo le due assi al contrario, ma avendo solo le due lamine mi tocca invertire. Riparto ancora più determinato, nel falso piano vado come un treno, forse per la smania accumulata in giornate di attesa, o forse proprio perché al contrario delle racchette da neve si possono far scivolare e si guadagna centimetri ad ogni passo, ma quando mi si presentano le vere salite, inizio a perdere terreno scivolando spesso, mi accorgo che avendo solo due lamine i rampant diventano obbligatori, ma purtroppo per il momento non li ho ancora. Siamo ancora all’interno del bosco, un sentiero sale ripido a zig zag, non riesco a salire, la traccia è stretta e rovinata da pestate varie, non riesco neppure a stare in piedi, mi arrendo: se voglio sorpassare questo tratto mi tocca togliere la tavola e metterla in spalla come un paio di sci. Fatto il tratto a piedi, come premio finalmente si esce dal bosco e si apre la mitica vallata del Passone con il suo anfiteatro di origine glaciale. La pianura e tutto l’Appennino rimangono inghiottiti da un mare di nubi, solo dai 1100 metri in su il cielo è stupendo! La neve è a tratti gessosa e a tratti crostosa per colpa del vento, ma per questa volta è irrilevante, mi interessa solo capire come “lavora la tavola” sia in salita che dopo in discesa. Decidiamo di cambiare destinazione, in quanto l’attacco diretto al Passone è troppo verticale per me senza rampant, volgiamo verso destra, verso il bellissimo “Angelo”: un fuoripista strepitoso, la parte iniziale della salita risulta dolce e piacevole grazie alla temperatura non troppo rigida, l’assenza di vento e il cielo sgombro di nubi. In questo momento non vorrei essere da nessun’altra parte al mondo. Grazie agli ampi spazi inizio a provare le prime inversioni nelle diagonali, incredibile ma vero, riesco meglio del previsto. Continuiamo a salire, fino a quando la pendenza non aumenta. Nello zaino avrei anche i ramponi, ma preferisco fermarmi qui. In cinque minuti mi godo il panorama e ricompongo con la giusta fisionomia la tavola. In fondo alla vallata tre persone ci vedono e si fermano come per aspettarci forse incuriosite dalle strane manovre che mi vedono fare. Siamo pronti per la discesa, un senso di curiosità mi avvolge, un bel respiro e parto. La discesa è orribile merito della crosta piuttosto dura del manto nevoso, gli angoli degli attacchi non rispecchiano fedelmente la mitica Eldo, la mia tavola “intera” vera killer del freeride in tutte le condizioni, mi trovo impacciato nei movimenti, ma nonostante tutto cerco di “sentire” la tavola e curiosamente non la trovo così morbida come me l’aspettavo. In un battibaleno raggiungiamo i tre personaggi al limite del bosco, ci fermiamo un secondo, rimangano piuttosto impressionati dalla mia tavola, salutiamo e ripartiamo, destinazione macchina. Dolore della gamba sinistra a parte son felice di questa nuova esperienza, ora non mi resta che aspettare i rampant…
prov. R.E. – Parco Nazionale Tosco-Emiliano Monte Cusna – Pianvallese (partenza) zona del Passone
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