Un nostro amico di Trieste che rischia di non farcela dopo 35 minuti da sepolto:
Da IL PICCOLO di oggi:
Triestino travolto da una valanga in Carinzia Fabio Scabar, 36 anni, del Soccorso speleologico è in coma farmacologico all’ospedale di Klagenfurt. Il giovane è stato seppellito da più di un metro di neve ed estratto dai suoi compagni di Marco Di Blas
KÖTSCHACH Uno sci-alpinista triestino di 36 anni è stato travolto da una slavina, durante un’escursione sul monte Polinik, in territorio austriaco, subito al di là del passo di Monte Croce Carnico. L’infortunato si chiama Fabio Scabar ed è membro del Soccorso speleologico triestino, nonché istruttore nazionale delle Scuole tecnici. Attualmente è ricoverato all’o spedale di Klagenfurt, dove fino a ieri sera era tenuto in coma farmacologico a causa della forte ipotermia subita. Le sue condizioni sono state definite ancora “critiche”, come confermato anche da Marco Petri, responsabile del Friuli Venezia Giulia del Gruppo speleologico del Soccorso alpino, e da Andrea Orlini del Soccorso alpino stesso. Dei suoi tre compagni di escursione, uno soltanto è stato investito dalla slavina, ma si è potuto liberare da sé perché la testa non è stata coperta dalla neve: si tratta di Riccardo Ostoich, anche lui di Trieste. Gli altri due, che si trovavano a distanza maggiore, non sono stati colpiti dalla valanga. Fabio Scabar ha anche un’impresa artigiana che si occupa di lavori in sospensione mediante funi: si chiama Alternative verticali.
L’incidente è accaduto intorno alle 15 di sabato. Il gruppo aveva già raggiunto la vetta del Polinik, alto 2331 metri, e stava ridiscendendo. Pochi metri a valle dello Spielbodentörl, una sella a quota 2099 tra il Polinik e l’Elferspitz, si è staccato un lastrone di neve lungo 250 metri e largo 150, che ha investito in pieno Scabar, ultimo del gruppo, seppellendolo per un metro e mezzo. I suoi compagni, subito accorsi, hanno impiegato una quindicina di minuti per localizzarlo (provvidenziale a questo scopo l’Arva, l’apparecchio di ricerca in valanga, che lo Scabar aveva con sé) e altri venti circa per estrarlo dalla neve.
Fabio Scabar era privo di sensi. Gli amici hanno fatto il possibile e l’impossibile per rianimarlo, praticandogli a turno, instancabilmente, la respirazione artificiale e massaggi cardiaci. Nel frattempo avevano allertato con il telefono cellulare il soccorso alpino italiano, tramite il 118, che a sua volta ha chiesto l’intervento dei colleghi austriaci. Si è mossa la squadra di Hermagor, che ha mobilitato 10 dei suoi uomini, con un cane da valanga, cui si sono aggiunti due membri del soccorso alpino della polizia, anch’essi con un cane, e due elicotteri. Al loro arrivo il lavoro di ricerca era già stato effettuato con successo dai compagni di Scabar (al momento del recupero, la sua temperatura corporea era scesa a 34 gradi). È stato così possibile caricarlo subito su uno degli elicotteri, il Christophorus 7, e trasferirlo all’ospedale di Klagenfurt.
Le pendici meridionali del Polinik, attraversate dagli scialpinisti sia in salita che in discesa, sono piuttosto ripide (nel tratto dove si è staccato il blocco di neve raggiungono una pendenza di 40 gradi) e da quota 1800 in su completamente prive di vegetazione arborea.
Il bilancio della giornata di ieri, in montagna, è stato comunque terribile. Uno sciatore è morto dopo essere stato travolto da una slavina in Trentino, un turista danese di 21 anni è deceduto per i traumi riportati in una caduta a grande velocità su una pista nella zona di Livigno, e infine un bambino beneventano di otto anni è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale dell’Aquila per le ferite riportate nello schianto contro un albero su una pista di sci particolarmente difficile.
_________________ Non saremo mai più giovani come oggi!
|